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mercoledì 23 febbraio 2011

Tutta la vita davanti

Un altro italiano, questo per il Buio in Sala.
Tutta la vita davanti, grandi verità in un piccolo azzeccatissimo film, e tutti gli attori sono bravissimi.

Isabella Regonese in "Tutta la vita davanti". Immagine presa da qui

Però non so se consigliarlo per cineforum del liceo classico.

martedì 22 febbraio 2011

Fuori dal tempo


Fuori dal tempo sono io, che sarei stata pronta ad uscire la notte per sentire i dischi dei Krakatoa, ma già sapevo che mi sarei sentita fuori luogo, ché sono millemila anni che non usciamo di sera noi due.
E poi avremmo fatto bene a dormire fino all'una in modo da salvare almeno un po' di sonno sennò il giorno dopo sareste potuti venire a raccoglierci col cucchiaino.
E comunque un provvidenziale dolore toracico laddove si intrecciano vigorosamente le aderenze pleuro-polmonari ha sgombrato il campo dalle perplessità relegandoci in casa, moderatamente ansiosi.

Veramente fuori dal tempo è la canzone "Fuori dal tempo" dei Bluvertigo.
Parla dei 3 giorni che ormai -per fortuna- non si fanno più.
Tanto per risentire i Bluvertigo, che hanno saputo interpretare il mio clima emotivo in una fase importante della mia vita.

sabato 19 febbraio 2011

EYE SPY BAG 2: Che gioco è?

La Eye Spy Bag che avevo mostrato nel post del "Giveaway, feedback!" era solo una prova, per giunta insoddisfacente. c'era il retro, qui vedete il fronte:



Ecco perché ho realizzato una nuova Eye Spy Bag, la Luna Mangiona!
Ma sapete cosa sono e come sono fatte le "eye spy bag", dette anche "peek a boo bag"?

Sono un gioco per bambini, per lo più in età da scuola materna.
Sono degli involucri morbidi (e accattivanti nell'aspetto) con una finestrina di vinile trasparente. Dentro si mettono dei bei poly-pellets trasparenti e lucidi (pellets di polipropilene, un tipo di imbottitura per giocattoli), quando si trovano, oppure cereali più o meno camuffati. Io nel primo progetto avevo usato del semplice riso preso dalla scatola ma lasciava un sacco di polverina bianca :-(
Confusi nel ripieno, si nascondono piccoli oggettini scovati qua e là: monete, graffette, mollettine, giocattolini, rimasugli colorati di qualsiasi tipo... Poi si allega al tutto un elenco con gli oggettini da scovare e il gioco è fatto, letteralmente. Qui l'instructable di una versione semplicissima.

E' un gioco piccolo, morbido e maneggevole, molto utile da tenere in borsa per passare il tempo in viaggio o per le attese da pediatra, ad esempio.
Il bambino piccolo ci gioca liberamente scuotendo, manipolando e strizzando il sacchetto di stoffa per curiosare al suo interno attraverso l'oblò trasparente e guardare gli strani oggettini colorati nascosti tra i granelli.
Oppure si guarda insieme nell'oblò e l'adulto nomina e descrive gli oggetti trovati.
Oppure un adulto legge l'elenco e chiede al bimbo più grandino di trovare un particolare oggetto.
O anche, i bambini più grandi, possono fare a gare a chi trova un oggetto nel minor tempo possibile, leggendo da soli il nome dall'elenco. Oppure possono contare, ad esempio, quanti oggetti rossi riescono a scovare..
L'elenco può essere scritto e cucito sul retro del sacchetto dietro una finestrina di vinile, oppure essere staccabile. Può anche essere creato con disegni o foto degli oggettini, per essere più immediato e lasciare più autonomo il bambino. Alcuni stampano le foto direttamente sul tessuto del sacchettino, io ho disegnato gli oggettini sul retro con un pennarellino indelebile..
Ci sono sacchetti che contengono materiale didattico come numeri e lettere, un modo carino per familiarizzare i piccoli con questi simboli.

Mille e mille usi, insomma.

Di solito sono semplici sacchettini quadrati, ma vi lascio qualche esempio di realizzazioni veramente d'effetto:

Semplicissima


Dei pirati (con oggettini a tema!!!)

I dolcissimi pulcini


Colori primari (eye spy + bean bag !)

Coi fagioli, le linguette e i bottoni!




Il riccio


Infine: in versione bottiglia!!!!
 

EYE SPY BAG 1: La filastrocca del gioco (per bambini curiosi)

LA LUNA MANGIONA

La luna silenziosa
sentì un bel mattino
ohibò che strana cosa
un certo languorino.

Cercando di capire
di cosa si trattava
provò un poco a dormire
ma la fame aumentava.

Guardò verso la terra
cercando spiegazione
e vide tutti gli uomini
intenti a colazione.

"Ecco allora spiegata
la cosa misteriosa,
sarà che devo mangiare,
mandare giù qualcosa!"

Pensò: "Con cosa pranzo
che son quassù da sola
senza neanche un avanzo,
un ristoro per la gola?"

Passò di lì un razzetto
in orbita mandato
e lei in un sol boccone
l'aveva trangugiato.

Poi toccò a un meteorite
in rotta lì vicino
condito con olio e sale
un ghiotto bocconcino.

Quindi ingoiò un pianeta
con satelliti e tutto,
poi una stella cometa
rifritta nello strutto.

Come si sa è mangiando
che viene l'appetito
solo che esagerando
per niente ha digerito.

La visita il dottore
e diagnostica l'intoppo:
"In dieta con rigore,
tu hai mangiato troppo!"

E in mezzo al riso in bianco
che il medico ha ordinato
scopri dentro l'oblò
cos'altro avea mangiato!

Fantasmino


Il Pulce e il mio adorato maritino ieri sera mi hanno aiutata a restare tranquilla nonostante il dolore alla schiena che non preannuncia nulla di buono al polmone.
Il maritino ha deciso che si chiamerà d'ora in poi Fantasmino e ha scritto la filastrocca qui sopra, mentre il Pulce ha lavorato con me in tutte le fasi, dal progetto alla realizzazione del nuovo lavoretto, la nostra Luna Mangiona.
La Luna Mangiona è la mia versione del "gioco per bambini curiosi" che prende comunemente il nome di Eye Spy Bag, o anche Peek-A-Boo Bag. Ecco quindi svelato il secondo regalo del Giveaway!

Di cosa si tratta? Come si realizza? In inglese sul web trovate tutte le informazioni che volete.
Le spiegazioni in italiano e il tutorial della mia personale versione nelle puntate II e III di questo post...

venerdì 18 febbraio 2011

Insegnare l'anatomia umana ai bambini (e la fisiologia!)

Caffenero sta raccogliendo la biblioteca ideale per la sua "Scuola in soffitta". La aiutiamo?



Io, che ho scoperto l'homeschooling grazie a lei e a Palmy, non avevo mai pensato di comprare un libro a mio figlio per insegnargli qualcosa.

Mi stanno antipatici i libri (e i film) con la morale, quelli a tesi, quelli che ti vogliono convincere di qualcosa. Mi stanno antipatici i libri di testo, perché mi sento obbligata a leggerli dall'inizio, sono preconfezionati e costringono la mia mente ad entrare nei loro schemi. Lo so che a volte è necessario.. (o no?)

Al mio bimbo fino ad ora ho dato i miei libri illustrati di quando ero piccola, e tanti libri ha ricevuto in regalo, che l'hanno appassionato, gli hanno insegnato tante, tantissime cose, narrativamente e visivamente.

Sono una persona iperscolarizzata, specializzata, ma molte cose sull'animo umano le ho imparate, oltre che vivendo, da Dostoevskij e Tolstoj (ne sono certa) più che dai manuali di psicologia.

Eppure questo libro l'ho comprato.
Perché il Pulce fa un sacco di domande sul corpo: il semino e l'ovetto che si incontrano, il sacchettino dove va il cibo, i sacchetti dove va l'aria che respiriamo (dove la mamma aveva il tubicino), e via discorrendo. Gli piace sentire le corde vocali come le corde della chitarra, che vibrano quando dice A e mette la mano sul collo. E' curioso di quel lungo pisellino che si vedeva nel disegno di un bambino nella pancia che ha portato la sua compagna di scuola, che era (ah! Già!) invece il cordone da cui mangiava anche il Ciccetto quando era nella pancia della mamma.
Gli piace sentire la storia delle guerre tra i batteri e i globuli bianchi nelle sue tonsille, soprattutto ;-)

L'ho comprato perché l'anatomia è un mondo affascinante, ma guardarlo sul mio Sobotta può fare un po' impressione e un po' confusione. Invece, guardarlo qui sul Grande libro pop-up del corpo umano è una meraviglia, e la mamma può condividere la sua passione giocando insieme con ruote e linguette colorate.


Questo libro lo consiglio oggi anche a Paola e ai suoi numerosi lettori.

Per chi vuole invece un approccio più digitale all'anatomia, il mio ubiquitario fratello mi ha appena segnalato questo progetto di Google.

Buona lettura!

mercoledì 16 febbraio 2011

Laugh a lot with "Shaun The Sheep"!

Per chi non conoscesse ancora questa strepitosa serie di corti animati, eccola: "Shaun The Sheep"!



Mamma C e Mamma F, voi la conoscete?  Chichi, tu no, vero?
Sul web si trovano stagioni intere, non  sono film parlati, per cui qualsiasi lingua va bene.
Fa morir dal ridere e il Pulce è tornato in fissa, ultimamente. Che dire? godetevela!


Shaun - Vita da pecora (Shaun the Sheep) è una serie televisiva animata in stop-motion prodotta dalla Aardman Animations, trasmessa per la prima volta in Gran Bretagna nel 2007 sul canale CBBC.



La serie è nata come uno spin-off dei fortunati cortometraggi animati sulla coppia Wallace e Gromit (due volte premiati con il premio Oscar), incentrato sulla pecora Shaun, un personaggio minore del cortometraggio Una tosatura perfetta (A Close Shave) (1995), che nel corso del tempo ha ottenuto una popolarità crescente come soggetto di merchandising, soprattutto per la scuola (zainetti, lunchboxes), pur non avendo, all'epoca, una propria serie dedicata. Dopo le due stagioni da venti episodi l'una (i 40 episodi iniziali vengono però attualmente raggruppati come "prima serie" dai siti britannici e nei DVD commercializzati) è iniziata (febbraio 2009) la produzione di altri 40 episodi, sull'onda del successo ricevuto, che ha procurato agli autori un premio Emmy, nella sezione "Children and Young People" (per festeggiarlo, la casa di produzione ha messo a disposizione un intero episodio di "Shaun" su YouTube).


La serie è priva di dialoghi. Gli animali si esprimono attraverso i propri versi e i personaggi umani, visti dal punto di vista degli animali, emettono solo grugniti e borbottii incomprensibili. Questo non ha impedito che la serie in DVD - uscita in Gran Bretagna - contenga comunque una sottotitolazione.

(il testo è stato tratto da qui)

lunedì 14 febbraio 2011

Giveaway, feedback!


Ci sono certi post che scriverli è come farsi un intervento a cuore aperto.
Nel senso che bisognerebbe ricordarsi di rovesciarsi nel torace un secchiello di ghiaccio per non danneggiare troppo il muscolo dei sentimenti.
Ad esempio per me riprendere in mano le mie poesie adolescenziali e con esse il ricordo di un giorno passato al capezzale di mia nonna malata e lo studio antropo-poetico di mia madre è stato un poì così. Solo, senza ghiaccio. Sono andata a letto agitata, dopo aver scritto. Avevo fatto una cosa importante.
Per non parlare dell'articolo per Laura: un infinito ed intimo tormento.

E invece, di nuovo, mi accorgo che cosa leggete di me sono soprattutto i tentativi di cucito creativo.
OK, respiro.
Ci sono certi post, come quello sulle spille-fiore, che sono stati lì da mesi, recuperati un pomeriggio col Ciccetto in braccio e pubblicati per completezza dell'informazione.

Insomma, dopo un anno di blog posso dire che:
- il mio blog è quello che voglio scriverci: un po' creativo, un po' mammesco, un po' no. Non c'è un progetto dietro se non quello di somigliare alla parte di me che mi sta più simpatica.
Inoltre direi che:
- sono una persona curiosa e chiacchierona. Il mondo dei blog per come è non soddisfa appieno la mia voglia di dialogo perché i commenti, quando ci sono, restano lì appesi allo schermo e solo raramente danno adito a veri confronti. Quando ci sono i confronti, sono spesso moooolto interessanti, anche perché lo strumento del blog, a differenza di facebook, dà ampio spazio agli approfondimenti. Peccato.

Provo, come al solito, a tenere insime tutto. E celebro queste mie acutissime riflessioni indicendo un Giveaway, o Blog Candy, o Comecavolosichiama.

Il vincitore/la vincitrice potrà scegliere tra una spilla fiore personalizzata fatta da me con un mio maglione di lana infeltrita (come questa, ormai resa celebre da Linda)


oppure un gioco per bambini curiosi, anch'esso cucito e personalizzato, di cui spero di scrivere presto.
(P.S. Ecco qui EYE SPY BAG 1 la filastrocca del gioco -2 cos'è questo gioco - 3 TUTORIAL come costruire la Eye Spy Moon)
Lascio solo un'immagine in anteprima (chi bazzica siti americani avrà già capito di cosa parlo e 1- mi può scrivere in privato come si chiama in italiano 2- dove posso trovare i poly pellets - grazie!)




Come partecipare?

- linkate il "Giveaway, feedback!" sul vostro blog (o facebook) usando l'immagine del Ciccetto dormiente con la rosa.
- lasciate un commento a questo post, raccontandomi un episodio in cui il web ed il mondo dei blog hanno fatto irruzione nella vostra vita "reale" (o meglio di come ve l'hanno cambiata ;-) )
Sarà questo il vostro graditissimo feedback, la vostra rosa rossa per me.
- se volete addirittura scriverci sopra un post, accomodatevi. Ma ricordate di scrivermi l'indirizzo in un commento!

- Chi avrà vinto lo sapremo... l'8 marzo!

Io non saprei da dove iniziare!!!!!

lunedì 7 febbraio 2011

Poesie per crescere

(la copertina di Polìcromo, 1997)

Crescere è difficile. A volte molto difficile.
Io l'ho sentita per anni la fatica tremenda di diventare grande, di diventare una donna.

Share one day oggi vuol dire condividere la storia di una donna, di una donna qualsiasi, ed io ho scoperto che questa storia da condividere non ce l'ho.
Non sono cresciuta seguendo dei modelli ideali; piuttosto è stato un lungo lavoro di confronto, pezzo a pezzo, con chi, donna, era donna vicino a me.

Non ho delle belle, dettagliate storie delle mie nonne, e non gliele posso chiedere perché ora non ci sono più.
Ho delle bellissime storie delle mie pazienti, quello sì, perché farle raccontare, e poi scriverle, è già dare un significato nuovo alla sofferenza. Ma sarebbero storie di patologia, affascianti e tragiche, non storie di donna.

E allora lascio solo, in qualche piccola poesia, tre generazioni di donne. Ad un certo punto della mia storia, il mio lavoro di crescita  aveva preso questa forma, ed in un quaderno che chiamavo Polìcromo posso ancora leggere gli acerbi ritratti in poesia delle mie donne-specchio. Le mie facce polìcrome, ad esempio, e poi la nonna delle origini, la mamma dei contrasti.

Non ho paura,
non ho paura di pensare
un pensiero umano
lattiginoso.

...

Unghie rosse
sbaffi di smalto sulla pelle chiara
ancora giovane
ho solo ventun'anni.

...

RITA

Ristora
d'un afflato
le fragili
speranze
un tiepido torpore
una stanchezza bianca.

...

LA MADRE

La madre è
mercato-mattina
neon detersivi
fosfati
sono
foto sbiadite
di acerbo femmineo
splendore e paura
-e io appena lì-
pagata riscossa rurale
che solo sorride
al ritorno alla terra
madre di nuovo
di giovani soli
regina di tanta
luminosa bianchezza
privata -
di polvere resta
stanza in potenza.


sabato 5 febbraio 2011

Come cucire una spilla fiore di lana infeltrita o feltro. TUTORIAL

Curiosando nelle statistiche del blog salta all'occhio che tantissimi(e?) arrivano qui per vedere come si fanno le spille di feltro a forma di fiore.

Strano.

Comunque mi sono accorta di non avere mai descritto un altra tecnica per fare le spille fiore di feltro, che personalmente preferisco e che ho utilizzato anche più spesso del sistema classico taglia i petali e cuci.


Si tratta di creare la spilla a partire da un cordoncino ricavato da una cucitura di maglione di lana infeltrita. Anche questa non è una tecnica nuova, non me la sono inventata io..
Mi è servita perché avevo infeltrito un vecchio maglioncino color rosa carne ma era troppo sottile, troppo poco consistente per tagliarci dei petali. Il risultato è molto più fine ed elegante, a mio parere.

Questi sono i materiali che ho utilizzato:


- forbici da ricamo
- spilli
- filo rosa e verde
- ago
- lana infeltrita rosa e verde (da maglioni)
- spilla

E questi sono i passaggi per cucire la mia spilla fiore:

- tagliare via dal maglioncino infeltrito rosa le cuciture, ricavando dei lunghi cordoncini .




- ritagliare delle foglie a mano libera dalla lana infeltrita verde


- arrotolare su se stesso un pezzo di cordoncino rosa fino alla dimensione desiderata e fissarlo con uno o più spilli


- cucire tra di loro gli avvolgimenti del cordoncino, alla base del rotolino, col filo rosa


(viene così, e non badate alla mia manicure)

- creare delle piccole asole intorno al rotolino e fissarle con degli spilli


- cucire le asole-petali alla base del rotolino su tutta la circonferenza nei punti in cui sono in contatto. Completare tagliando il cordoncino avanzato e cucendo tra loro le estremità libere o cucendo la parte finale sotto la base del fiore




- concludere cucendo le foglie alla base del fiore e fissando bene la spilla su di esse col filo verde.




THE END
(per questa volta)

venerdì 4 febbraio 2011

Draghi e cavalieri: action figures e un libro di poche parole

Da piccola avevo un castello Lego. Giallo. Bellissimo. Col ponte levatoio.
Avevo convinto i miei genitori  a regalarlo a mio fratello, ma in realtà piaceva a me!

Ora. Il Pulce mostra innegabilmente una fascinazione per draghi, cavalieri e compagnia bella:


Allora questo Venerdì del libro sarà di poche parole: "Castelli e Cavalieri" ed è un libricino sottile, fatto di scenari da completare con tantissimi adesivi.


Prima delle feste, Palmy di "Mens Sana" presentava i vantaggi di regalare ai bambini un libro ed un oggetto correlati. Per Santa Lucia ci è venuto naturale seguire il suo consiglio e così ci siamo addentrati nel fantastico mondo dei cavalieri con un libricino, delle action figures e anche un viaggio.

Abbiamo letto molto dei cavalieri su un libro altrettanto piccolo (e anche questo con figurine!) , "Cavalieri e castelli" preso in biblioteca:


E poi, con il nostro nuovo libricino, nei momenti di stanchezza o di malattia ci siamo rilassati/impegnati ad attaccare e staccare i 400 adesivi per creare scene di caccia, di battaglia e di corte.
C'è anche la sfida ad un bel drago rosso, che assomiglia incredibilmente a quello che Santa Lucia ha portato al Pulce quest'inverno. Che coincidenza! ;-)



E ci sono anche dei cavalieri piumati, come quelli visti all'Armeria Reale di Torino e come le action figures!



Al compleanno, poi, l'amico Nat ci ha regalato anche il piccolo set "Lego Castello".
E torna il cerchio della storia.




giovedì 3 febbraio 2011

Luci e ombre (colorate)


Che a fare luce sia la vecchia torcia elettrica del papà o la stilosissima torcia a dinamo Muji regalata dai nonni per il compleanno non importa: esplorare i più reconditi anfratti dello sgabuzzino alla ricerca della pallina perduta è sempre un gioco divertente. E anche fare i riflessi e le ombre sul muro per far ridere il Ciccetto.

Ma chi lo dice che le ombre devono essere sempre scure, buie?
Ad esempio negli ultimi due spettacoli per bambini a cui abbiamo assistito le ombre erano belle, luminose, colorate!
(Quando ero piccola io, mica c'erano degli spettacoli così per i bambini !! Il teatro per bambini oggi come oggi è una esperienza da fare...se non avete figli da portarci, prendete in prestito quelli di qualcun altro, ne vale la pena!)



Gli spettacoli di cui sto parlando sono "Al signor Rodari", della compagnia l'Asina sull'isola e "Storia d'acqua" del Teatro Oplà (con un illustratore e una lavagna luminosa in scena! Le sagome erano di metallo punzonato).

E questi sono gli esperimenti che abbiamo poi fatto a casa. Ci sono serviti:
una fonte di luce circoscritta


un foglio di plastica trasparente (io ho sacrificato la confezione delle formine per biscotti IKEA)


pennarelli indelebili colorati (io ne avevo comprati un po' di quelli per scrivere su CD per fare prove di plastic shrinking)


forbici


superfici opache e semi trasparenti (muro e foglio di carta!)



Ho provato a disegnare qualche figuretta..


Si, funziona! sia la proiezione ..


..che la retroilluminazione!



Non ci resta che creare un'ambientazione da favola e inventarci qualche storia da mettere in scena, ora!
 
P.S. Qui Caffenero presenta invece un bel libro per imparare le ombre cinesi.
P.P.S Un post stupendo di Tatiana S. ci porta nel mondo magico delle ombre colorate con un semplice proiettore per diapositive. Tutto da guardare!

martedì 1 febbraio 2011

La stella che non c'è. Ovvero: "il vagare dell'uomo nell'incertezza della contemporaneità"



Care Mamma A, Mamma B, Mamma C e Mamma F,
per il vostro Buio in Sala questa settimana vi vorrei proporre "La stella che non c'è" di Gianni Amelio.

Diciamocela tutta: non sono una patita di film italiani. E men che meno di Sergio Castellitto, anche se è bravo.
Non so, sono sempre un po' prevenuta quando si tratta del cinema di casa nostra. E spesso sbaglio.
Comunque "La stella che non c'è" mi è piaciuto molto; tipo che l'ho rivisto due volte con gusto a distanza di poco tempo, il che è tutto dire.


Dicevo, c'è Sergio Castellitto che in questo film si immerge nel Miracolo Cinese..
..ma lo dice meglio Mymovies, che consiglio di consultare soprattutto nella sezione delle brevi recensioni:

Una compagnia cinese rileva l'altoforno di un'acciaieria in disarmo. Vincenzo Buonavolontà, ex manutentore specializzato scopre un difetto nell'impianto. Per prevenire incidenti sul lavoro e garantire gli operai che dovranno manovrarlo, Vincenzo parte alla volta della Cina. Vuole consegnare personalmente la centralina modificata ai nuovi acquirenti. Giunto a Shanghai incontra di nuovo la loro giovane traduttrice, Liu Hua, che lo accompagnerà in un viaggio attraverso la Cina e dentro se stesso.



Come Il ladro di bambini e Lamerica, l'ultimo film di Gianni Amelio è la storia di un viaggio non soltanto geografico, che spinge fuori dall'Italia un uomo di Buonavolontà. La Cina, lontana dall'essere la "favola" immaginata o riferita dai media, rivela al protagonista una realtà che ha dismesso affetti e diritti (umani) e vive al ritmo dei tempi di produzione. Panorami industriali, cantieri a cielo aperto, architetture monumentali, zone rurali annegate dall'acqua della diga più grande del mondo, dove si naviga a vista, rincorrendo la modernità e realizzando un capitalismo selvaggio. L'occidente esporta all'oriente il suo modello e i suoi guasti, gli stessi che Buonavolontà vuole caparbiamente correggere e sostituire. Perché il suo essere operaio appartiene a un mondo perduto o magari a quella stella che non c'è (più). Buonavolontà è un'ideale di professionalità estinta, qualificata per prendersi cura di una macchina di acciaio, con pazienza, senza fretta. E nel viaggio cinematografico di Amelio, Vincenzo Buonavolontà è di nuovo il padre di figli putativi, il fratello maggiore di uno minore, il carabiniere di fuggitivi, accanto alla giovane Liu Hua che insegna traducendo o rimanendo silente. Liberamente ispirato al romanzo di Rea, La dismissione, Amelio racconta di un cavaliere umano e della sua impresa: inserire nel disegno più ampio del mondo globalizzato un pezzo e il senso della propria vita, il suo mestiere.
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