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mercoledì 30 novembre 2016

Pura felicità verticale (post anomalo)


Se da qualche tempo ho mediamente i muscoli più indolenziti e sono mediamente più felice è per questo motivo: a settembre sono stata invitata a partecipare ad un laboratorio di arrampicata insieme all'Associazione Donne Contro La Violenza, nella palestra di roccia locale, organizzato da volontari del CAI. Una grande scoperta!

Per quattro venerdì ho fatto parte di un gruppo di donne che non avevano mai messo piede (e mano) su una parete da arrampicata. Alcune incuriosite, alcune spaventate, ci sentivamo un po' incoscienti a provare un'attività così lontana dal nostro quotidiano senza avere neanche come scusante la leggerezza della gioventù.
Il conduttore del gruppo ci ha guidate inizialmente in una fase corporea esplorativa sul piano orizzontale proponendoci esercizi di spostamento dell'equilibrio con qualche camminata su blocchetti di legno.
Sono subito scoppiate le prime risate imbarazzate, qualche battuta a sdrammatizzare i tentativi a volte impacciati di compiere dei movimenti inusuali e poco familiari.
Gradualmente, con il crescere della difficoltà - relativa - delle prove che andavamo ad affrontare e soprattutto ai primi approcci con la dimensione verticale, il clima del gruppo si è riscaldato, alternando momenti di grande concentrazione a momenti di sostegno reciproco e riflessione sulle scoperte di propri limiti e potenzialità che si andavano via via a sperimentare direttamente in parete.
Le partecipanti al laboratorio hanno saputo esprimere liberamente un forte sostegno reciproco, sia durante le prove pratiche che nei momenti finali di sintesi ed espressione dei vissuti personali. Ciò che ha fatto la differenza ed ha reso speciale il laboratorio è stato anche il senso di fiducia trasmesso dai volontari, che non hanno mai smesso di incitarci ad affrontare nuove prove e gioire insieme a noi per i piccoli grandi successi che ognuna riusciva a conquistare. In palestra scoppiavano spontaneamente piccoli applausi e negli occhi di chi assicurava ed accompagnava si scorgeva a volte la condivisione della gioia, ma anche la fierezza per aver contribuito ad una nuova conquista e la voglia di comunicare una passione profondamente sentita.

Ora, io sono tutta presa per questa cosa dell'arrampicata sportiva indoor, che mi dà un sacco di energia e mi sembra che mi faccia sopportare con maggior resistenza gli stress del lavoro.
Sul finire del laboratorio mi sono iscritta ad un corso per imparare le tecniche di base, così ho avuto l'occasione di approcciarmi all'arrampicata in tutt'altro modo rispetto al laboratorio, una sorta di ridefinizione ed arricchimento di quanto avevo cominciato a conoscere spontaneamente nel gruppo e grazie alla guida dei volontari. Mi potrei definire una neofita entusiasta, la paura sovrastata dalla voglia di mettermi di nuovo alla prova, i muscoli - anche quelli che non sapevo di avere - risvegliati, i racconti agli amici della meraviglia di avere scoperto un'attività del tutto nuova, a quarant'anni suonati, che sento mia, gli incastri tra gli impegni familiari per ritagliare qualche serata in palestra.

Grazie all'Associazione Donne Contro La Violenza e ai generosi volontari del CAI che ci hanno accompagnate in questo percorso di scoperta!

mercoledì 23 novembre 2016

La mostra di Escher a Milano merita.


Sul finire dell'estate abbiamo passato uno strano weekend milanese, praticamente come in vacanza.
Siamo andati a sentire un (mitico) concerto serale al Carroponte..



..e per non far troppo tardi coi bambini siamo rimasti a dormire in una piazzola di sosta col camper.
Così il giorno dopo, domenica, eravamo già pronti per prendere la metro e raggiungere il Palazzo Reale, dove avevo prenotato per il primo pomeriggio la visita alla mostra "Escher".

Chi non non ha mai visto, riprodotta, qualche opera di questo celeberrimo artista e grafico?
A casa mia, da piccola, girava un libro con alcune sue opere, per cui ho sempre pensato a Escher un po' come a uno "di famiglia", come Erik Satie.

Un'arte che sa essere immediata quanto complessa, la sua, per cui i bambini avrebbero certo trovato qualche intesse nella visita e noi genitori magari avremmo scoperto qualcosa di nuovo, anche grazie alle audio-guide incluse nel biglietto.

E' passato qualche tempo, ma i ricordi non sono scemati; posso confermare che la mostra merita una visita, per la ricchezza delle opere esposte e anche il percorso proposto: ci sono angoli interattivi e "social" dove ci si può divertire con le tecniche ottiche studiate dall'artista, ma ci sono anche serie di stampe monocromatiche degli inizi "paesaggistici" che lasciano a bocca aperta e fanno conoscere gli stretti legami tra l'incisore olandese e l'Italia.

Cosa mi ha colpita:

Il soffione. Mostruosamente dettagliato!

Risultati immagini per escher soffione

La geometria trovata nella natura e i riflessi.

Risultati immagini per escher soffione

Le dimensioni delle stampe. Metamorfosi II è lunghissima!

Cosa manca:

A me sarebbe piaciuto conoscere meglio le tecniche usate da Escher.
Le stampe sono fatte in modo così magistrale che sembrano dipinte. O create magicamente.
Invece a guardare bene sono composte da trattini a volte finissimi che presuppongono una magistrale padronanza delle tecniche artistiche.

E i bambini?

Sono rimasti incuriositi e interessati per tutta la visita, anche grazie all'audio-guida a loro dedicata.
Il Pulce, che ha dieci anni, è stato affascinato dall'Effetto Droste in "Galleria di Stampe"

Risultati immagini per galleria di stampe

dipinto rimasto incompleto perché ritenuto troppo complicato da Escher e che è stato finito solo negli anni 2000 grazie a un calcolo matematico.

Il Cic, che di anni ne ha sei, si è divertito molto quando c'erano metamorfosi di animali e quando si trattava di giocare con ombre di vasi e figure ambigue.

Risultati immagini per escher profili

Per approfondire

Internet è ricco di documenti riguardanti il nostro artista. Credo che mi soffermerò su questo video che raccoglie una serie di letture che approfondiscono l'aspetto di Escher come matematico.



Per divertimento

Una volta giunti a casa abbiamo colto un suggerimento della mostra e ci siamo guardati "Una notte al museo 3", che contiene delle scene ambientate in una architettura impossibile di Escher!

Risultati immagini per una notte al museo 3 escher

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