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mercoledì 12 dicembre 2012

What do you have? And what do you need?

One day on Earth is an open project and you can film anything you want, but this year we decided to suggest two questions: What do you have? And what do you need? The answers to these questions can be verbal but we really have been pushing the idea that people answer them visually as well. The intention is to create an interesting dialogue globally. I hope we find that collectively we all have what we need somewhere in our global community.                                                                                  -------------------Creator Q&A: The Founders of One Day on Earth

Domani mattina i miei bambini troveranno sul tavolo della cucina giochi, libri, caramelle, frutta. Un po' di fieno da lì alla porta-finestra. 
Santa Lucia porterà loro quello che vogliono o quello di cui hanno bisogno? 

Cosa vogliono veramente?
Cosa pensano di volere?
Cosa io penso che desiderino?
Cosa mi fa pensare che lo desiderino?

Di cosa hanno bisogno?




Lo straordinario discorso tenuto dal Presidente dell'Uruguay José "Pepe" Mujica a Rio de Janeiro, Brasile il Jun-20-2012 (sottotitoli in italiano) - un regalo di Mammainverde



Mio figlio maggiore ha scritto la letterina per la Generosa Santa incollando ritagli di un giornaletto pubblicitario perché non si potesse confondere sul gioco scelto. Che poi, ogni volta che con la posta arrivava una nuova pubblicità, cambiava gioco.

Sono andata alle bancarelle in centro questo pomeriggio per scegliere qualche dolcetto, sono tornata a casa e mio figlio minore aveva ricevuto dal vicino soldi di cioccolato e uno squisito snack dolce, come quasi ogni giorno.

Come lasciare loro il ricordo ancora dolce delle mattine speciali che ho vissuto io, e mia mamma prima di me?
Lo speciale è normalmente d'obbligo, oggigiorno.

Come donare loro meraviglia, sorpresa, magia?



Il tempo ci ha pensato, in anticipo. 
Un intero sabato mattina libero, sole dopo una bella nevicata, un cortile di neve da giocare fino all'ultimo fiocco col papà. Sorrisi così non ne ho visti mai.

venerdì 30 novembre 2012

Fatti sotto

Inverno, fatti sotto (appunti dalla resistenza):

(Santa Stufa e) le babbucce coi gattini tengon caldi i piedini.


Tagliare i peperoni e metterli nei vasi, così, senza niente. Preparare a parte:
un litro d’acqua
150 gr. di zucchero
1/4 litro d’aceto
1 mezzo bicchiere d’olio
25 gr. di sale.

Far bollire il liquido e versarlo nei barattoli, chiudere ermeticamente, e far sterilizzare per 10 minuti ( se i vasi sono piccoli ) o per 15 minuti.

(e mille grazie ad Albertina. Non mi fidavo ma mi sbagliavo. Ho aggiunto nei vasi qualche bacca di ginepro, qualche rametto di timo e una foglia di alloro. Squisiti.)

Tempo di regali: ricordarsi di rispolverare la lavagna luminosa.. (bycicle by IamBOXBOY) 

 e i pennarelli per la stoffa! (car&saetta by IlPulce)

Giocare ci salverà (da dove cominciamo)?

E pazientare.

Ah, non la voglio più la mela blu. Non ne ho più bisogno.

giovedì 15 novembre 2012

Creare il gioco "Quarto" con la pasta di sale. Tutorial

Versione di Quarto in pasta di sale

E' divertente spiare con la coda dell'occhio le espressioni di quelli che siedono ai tavolini accanto al nostro quando vado a pranzare con la Chichi.
L'altro giorno mi parlava di cantinelle, vantaggi e svantaggi dei trapani a colonna e delle meraviglie di uno speciale mordente in gel: una donna con una marcia in più, decisamente. Mi stava raccontando di come lei e suo marito avevano costruito in poche mosse una bella versione del gioco Quarto, in legno, più grande e bella dell'originale.

 Il tavoliere di Quarto 
Quarto è un gioco da tavolo ideato dal matematico svizzero Blaise Muller. È stato premiato nel 1985 dal Concours international de créateurs de jeux de société[1] e dal 1991 viene prodotto dalla Gigamic.

Mi stava raccontando di come aveva conosciuto questo bellissimo gioco, e fantasticavamo insieme su altri modi per costruirselo (più) facilmente (per me), senza trapani, mordenti e cantinelle.. 
Da quando Chichi mi ha fatto giocare a Quarto non vedo l'ora di averlo, non resta che provare.
Perché non con la pasta di sale, ben carica di colla vinilica per renderla più solida? I finti biscotti dello scorso Natale sembrano indistruttibili!

E così ho messo sotto il Pulce con il suo amico Dade a impastare la pasta di sale con qualche goccia di colorante alimentare rosso e ho steso un po' di pasta col Ciccetto su un vecchio vassoio di cartone per torte, imprimendo i tondini del tavoliere con il bordo di un vasetto di omogeneizzato.

tavoliere in pasta di sale

In un momento di calma mi sono dedicata alla pianificazione delle pedine:

E poi alla realizzazione. 


La pasta di sale non è un gran che come materiale per fare lavori di fino. E io non sono un gran che come manipolatrice di codesto materiale, per cui l'effetto non è proprio preciso, ma le differenze nelle variabili in gioco si apprezzano a sufficienza: alto/basso, quadrato/rotondo, bianco/rosa, buco/non buco.


Ecco il procedimento per le pedine:
- ho diviso la pasta di sale in due metà e una l'ho colorata di rosso
- ho diviso ogni colore in tre parti
- un terzo l'ho diviso in due parti e ho fatto un corto salame a sezione circolare e uno a sezione quadrata (più o meno). Ho tagliato a metà ogni salame ottenendo le 4 pedine basse (2 rotonde e 2 quadrate) (+ 4 con l'altro colore!)
- un terzo ho fatto un salame a sezione circolare, lungo il doppio del precedente, che diviso a metà crea le due pedine alte rotonde (+ 2 con l'altro colore)
- l'ultimo terzo ho fatto un salame a sezione quadrata (sempre più o meno) che diviso a metà crea le due pedine alte quadrate (+ 2 con l'altro colore)
- infine ho fatto i fori in cima a una delle due pedine di ogni coppia di forma e colore con una penna.


L'effetto asciutto richiama un bel vassoio di pasticcini o di dolcetti di pasta di zucchero, ma non provate ad assaggiarli.. è solo un gioco!

Versione di Quarto in pasta di sale. Ottimi questi pasticcini!

(e non so quanto durerà!)

Postilla:
Ecco il video del produttore del gioco in cui si spiegano le regole, ma ci sono altri video su YouTube.


In sostanza: ognuno dei 16 pezzi ha 4 diverse caratteristiche. Lo scopo del gioco è mettere in fila 4 pezzi (e in quadrato, nel caso di una versione più difficile) con la stessa caratteristica. Il problema è che tu non puoi scegliere il pezzo da giocare, ma è l'avversario che te lo sceglie!

venerdì 9 novembre 2012

Crackers giurassici fai da te



Mi piace quando si trova una ricetta che viene così bene che poi diventa un'abitudine.
Mi piace quando stiamo facendo una cosa così divertente che i bambini si dimenticano di chiedere di guardare i filmetti prima di cena.

Mettiamo i crackers fatti in casa: il Pulce si porta a scuola la sua merenda fai da te e torna tutto fiero perché gli amici gli hanno chiesto la ricetta.
Ma non ci accontentiamo! Una settimana proviamo a mettere il sale o qualche semino in superficie. L'altra settimana facciamo scorta di crackers decorati in punta di forchetta con faccine e motivi geometrici. Un'altra volta ancora spuntano crackers decorati con le formine dei biscotti.
Ieri era giorno di nuove sperimentazioni, lungamente meditate: e se stampassimo le orme dei dinosauri sui crackers?

dinosauri schierati in cucina, pronti per lasciare il segno, commestibile

Avete presente la pista con le orme di dinosauri a Lavini di Marco?

orme di dinosauri a Marco (TN), immagine presa da qui

Avevo mai pubblicato il nostro tentativo di riprodurre il plastico che c'è al Museo di Scienze Naturali di Trento con la pasta di sale, copiando spudoratamente la tecnica di Sybille (e di All Things Beautiful)?

pista di orme di dinosauro su pasta di sale

orme di dinosauro su pasta di sale, particolare.

Ecco, l'abbiamo rifatto, ma sui crackers. I nostri crackers giurassici.

 Crackers giurassici. Fase stampaggio e sperimentazione

crackers giurassici cotti

Abbiamo verificato che:
- è inutile tentare di imprimere lo stampo degli scheletri di dinosauro, perché sono troppo tridimensionali. La collezione del Pulce è salva. Però il segno della zanna di mammut è carino.
- meglio non proporre, contemporaneamente allo stampaggio della pasta, l'esperimento dell'eruzione vulcanica (bicarbonato+colorante rosso+aceto) perché, sebbene particolarmente evocativo, può risultare disastroso
- le figure vengono meglio se la pasta, stesa a mattarello non troppo spessa, viene impressa poco. Non sognarsi di ritagliare completamente le figure: le parti a punta bruciano e si perdono completamente le forme.
- con le formine tagliabiscotti i disegni restano più dettagliati se le formine sono usate al contrario.


- è più divertente usare le formine sui crackers (che i miei bimbi amano) piuttosto che sui biscotti (che i miei bimbi non amano). Finalmente l'investimento ha un senso.


- da cotti alcuni crackers non hanno più forme molto riconoscibili, ma farli è troppo divertente
- presi tutti insieme i crackers da cuocere sembrano tanti francobolli!




Ho sempre pensato che è inutile riempirsi la cucina di aggeggi motorizzati da usare ogni morte di papa, per cui (anche se mi piace impastare) ho comprato la macchina del pane solo dopo dimostrazioni e conferme di minimo. Mi trovo ora dopo un anno a dirmi che non è mai stato fatto acquisto più azzeccato, perché funziona per la mia famiglia e quella dei miei genitori per il pane quotidiano, e ogni settimana funziona per gli impasti di pasta fresca, pizza, strudel e crackers, che non sono mai stati così a portata di mano. Senza non riusciremmo a preparare in casa ogni settimana tutte queste squisitezze.

giovedì 8 novembre 2012

Mettimi Sergio (Endrigo)

Non è che abbia voglia di cantare, questi giorni. Piuttosto, di urlare, piangendo forte.

foto del Pulce

Ma la musica abita la casa, quando c'è il Ciccetto: "Mettimi Sergio. Serrrgio Endrrrrrrrrrrrrrrrigo".
Colpa della nonna.
Con la collaborazione di  Vinicius de Moraes, Sergio Endrigo incide nel 1972 un disco di canzoni per bambini dedicate agli animali, "L'arca", con la partecipazione in alcune canzoni di Marisa SanniaVittorio De Scalzi dei New Trolls, e dei Ricchi e Poveri: ricordiamo La paperaLa pulce ma soprattutto la celebre Il pappagallo.

Due anni dopo mette in musica, con la collaborazione di Luis Bacalov, alcune poesie per bambini appositamente scritte da Gianni Rodari per l'album Ci vuole un fiore, la cui canzone omonima diventerà popolarissima presso il pubblico infantile oltre che un successo discografico a 45 giri. Celebri sono ormai i versi "Per fare un tavolo ci vuole il legno, / per fare il legno ci vuole l'albero, / ... per fare tutto ci vuole un fiore"), ma celebri sono rimaste anche Un signore di ScandicciNapoleone, e Mi ha fatto la mia mamma (una sorta di velata educazione sessuale). (Wikipedia)

Difficili da trovare i CD, per noi meglio scaricarli. 
Il Cic ha preso la cattiva abitudine di usare i dischi come pattìne.

Le canzoni preferite? Pulce e Cic: "Un Signore di Scandicci", io: "La Pulce" (giuro)


Nonna: "Le Parole" (Gianni Rodari)


Abbiamo parole per vendere, 
Parole per comprare, 
Parole per fare parole. 

Andiamo a cercare insieme 
Le parole per pensare. 
Andiamo a cercare insieme 
Le parole per pensare. 

Abbiamo parole per fingere, 
Parole per ferire, 
Parole per fare il solletico. 

Andiamo a cercare insieme, 
Le parole per amare. 
Andiamo a cercare insieme 
Le parole per amare. 

Abbiamo parole per piangere, 
Parole per tacere, 
Parole per fare rumore. 

Andiamo a cercare insieme 
Le parole per parlare. 
Andiamo a cercare insieme 
Le parole per parlare.

E quando non ci sono più parole?

Clotilde e noi

Ho due vecchi libri per bambini. Piacevano tanto a me all'età del Pulce, ed ora piacciono molto a lui. Si intitolano "Clotilde e gli altri" e "Dalla parte di Clotilde" e sono stati scritti da Roberto Galve.

"Dalla parte di Clotilde" R. Galve, ed. Fratelli Fabbri. Retro copertina

Clotilde secondo me assomiglia un po' a Mafalda di Quino, ma nostrana e collage.
è una bambina dallo spirito ribelle, profondamente preoccupata per l'umanità e per la pace nel mondo. Pone a sé e ai suoi genitori domande candide e disarmanti a cui è difficile, e a volte impossibile, rispondere. Sono domande che mostrano le contraddizioni e le difficoltà del mondo degli adulti, nel quale Mafalda rifiuta di integrarsi. (Mafalda - wikipedia)

Ma chi è sto Roberto Galve?
In rete ho trovato poco niente: Roberto Galve, un disegnatore e artista, favolista, creatore di marionette, fondatore e direttore artistico del cineclub e teatro di figura Grauco di Roma, è stato conduttore, dopo Lucio Dalla, del programma di cartoni animati Eroi di Cartone. Lo stesso Roberto Buendìa Galve de il Paese di GiocagiòGoogle dice che in Italia ha pubblicato per Fabbri anche il libro "Contro Favole" nel 1979 (ovviamente già segnato per Santa Lucia).

Ed ecco Clotilde.
Clotilde è un po' un'antesignana del Guerrilla Gardening e degli orti urbani.


Clotilde vive nell'Italia della migrazione interna sud-nord, alle prese con una scuola che non sta al passo, con degli adulti miopi e sulla difensiva.


Lei è un'avanguardista, caparbia, semina disegni e speranza.


Clotilde mi sta simpatica perché vive in un mondo fatto di ritagli di carta da parati a disegni grandi, quella che allora parlava di famiglia e di borghesia, ed è tornata di moda giusto adesso. Quella che ritagliavo anche io da piccola da libri-campionario di tappezzerie per fare i collage.


Clotilde piace anche al Pulce, ma continua a piacere a me, mi è sempre piaciuta. Forse perché sta dalla parte delle bambine (e dei bambini).


sabato 3 novembre 2012

La celebrazione dei morti

I morti sono memoria, la memoria sta nelle cose.


E' una coperta di lana sul letto del mio bambino, il sapore degli gnocchi di patate, delle tagliatelle che facevamo insieme, che prepariamo ora, come se fossi qui.


E' un pestasale consumato, uno scialle nero, un'erba antica nel mio cortile.


Sono ricordi che non ci possono essere: solo ricordi di ricordi e un posto lontano.

E' la storia di quando le cose erano poche e quando ogni cosa aveva una storia.
E' la semplice poesia di Giovanni, un contadino.
Lucia, Lucia 
sùna la pìa
sùna la trùmba
Lucia culùmba

Conservare voglio la memoria degli affetti felici.

lunedì 29 ottobre 2012

Zucca e orecchie di gatto

Non è una ricetta veneta, sono solo i nostri ingredienti per Halloween:

Una vecchia calzamaglia di lana nera con una gamba imbottita come coda, una maglietta nera della mamma e un vecchio cerchietto con un paio di orecchie di feltro fai da te (quello del gattino softie): la maschera del Pulce è a posto, sarà un gattino nero!


Intagliare la grande zucca-lanterna è una lavoro di famiglia, ma con gli amici è meglio!

la zucca decorata dal Pulce fa pure "Aaaaaaa!"

la zucca proietta strane ombre sul soffitto, avete provato?

E il resto dell'autunno?
Sono frutti, fichi, cachi, giuggiole.



Sono i fili di seta nera sulla testina di una piccina, è una festa danzante in cui siamo felici e stranieri.
(Oddio il reggaeton!!)



Sono i pigmenti delle foglie colorate imprigionate in nuovi "veli" di carta sulle nostre finestre.
Dentro, il caldo della stufa.

 foglia d'autunno, tovagliolini di carta, colla vinilica, acqua e qualche goccia di inchiostri colorati, per provare..





Avete provato?

mercoledì 3 ottobre 2012

Crema di tofu e senape (in festa)



Quattro donne si sono fatte la festa. Per il solo motivo che si vogliono bene.
E se qualcuno dice che è per via dei compleanni, non credeteci, perché non c'entra per niente.


Festeggiamoci, facciamoci festeggiare.

Sorridere tutte insieme attorno a una tavola autunnale, la pioggia e il grigio fuori, la luce e il rumore intorno, invece che guardarsi stralunate nell'atmosfera sospesa attorno ad un letto d'ospedale. Conta solo questo.

L'uccello di benvenuto del Pulce. Carta e pennarello (nella realtà è tridimensionale)

Ognuna a questa festa a portato un sapore.
Il mio è stato la crema di tofu e senape, tanto per fare la solita strana, mezzavegetariana.

- un panetto di tofu
- un cucchiaio di senape delicata
- un pizzico di sale
- un goccio di latte di soia

Frullare.

Avevo imbastito questa crema un'altra volta, la scorsa primavera, per mangiarla con piccole scaglie di sedano rapa.


Stavolta l'abbiamo provata con carota, finocchio, e perfino per condire il cavolo cappuccio rosso tagliato sottile. Però chissà perché per prima cosa è finita sui crostini di pane al timo..

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