Che la scuola giusta sia una scuola pubblica non c'è neanche da dirlo.
E poi lo spiega benissimo Mamma F in
questo post e sull'argomento ho poco da aggiungere. Ma qualche considerazione mi va di farla, una settimana dopo l'inizio della scuola del Pulce, quella vera, la scuola primaria.
Non sono una esperta di didattica, questo no. Ma di sicuro sono un'esperta dell'altro lato della faccenda, quello dell' apprendimento - titolo faticosamente guadagnato sul campo ;-) .
Quando mi metto a parlare di queste cose con mio fratello viene sempre fuori la discussione su cosa ci sia alla base dell'apprendimento, e ci ritroviamo sempre d'accordo: la motivazione.
Il Pulce di motivazione ad imparare ne ha davvero un sacco, come tutti i bambini. Si tratta di fare in modo che la scuola,
l'istituzione, non frustri la sua voglia di sapere ma lo accompagni in un sua personale scoperta del mondo. Sogni?
Perché di Scuole Pubbliche ce ne sono tante, e le istituzioni sono fatte di persone.
Quando ero piccola io non c'era stato bisogno di scegliere. Si andava a piedi alla scuola di quartiere e stop.
Col Pulce non è stato così semplice, finita la scuola materna comunale le possibilità erano tante, perché una scuola primaria nel nostro quartiere non c'è. Abbiamo ridotto il campo a due scuole primarie statali:
Scuola Pubblica 1: naturale continuazione della scuola materna del Pulce, tutti i suoi compagni di classe ci sarebbero andati. Scuola storica del centro città, un piccolo cortile sassoso, uno stile di insegnamento "classico" (o meglio
retro).
Scuola Pubblica 2: un po' più scomoda da raggiungere, struttura anni '70 con tanto verde e aree comuni, scuola storicamente "sperimentale" della città, che proprio sperimentale non può ormai più essere, grazie alle attuali politiche sulla scuola.
Privilegiare la continuità delle amicizie del Pulce o puntare sullo spirito della scuola? Abbiamo scelto la seconda e l'abbiamo azzeccata.
Si potrebbe dire che è troppo presto per dirlo, ad una settimana esatta dall'inizio delle lezioni, ed un po' di cautela forse ci starebbe bene, ma quando vedo il mio bambino sereno e sicuro, scomparse le paure dell'estate, non posso fare altro che sorridere e gioire.
E poi leggo dal suo quadernino:
Saluto augurale
Settembre 2011 - giugno 2010: un'altra avventura di vita. Nel porgere a tutti i miei più calorosi saluti, auguro che, nonostante le difficoltà crescenti, sia ricca, stimolante, densa di esperienze, proiettata verso un futuro aperto alla conoscenza, alla relazione, alla cura delle proprie emozioni, alla capacità di pensare.
Il Dirigente Scolastico (della scuola del Pulce)
E, ancora, il Pulce mi racconta: "La maestra ci ha detto che ogni mattina canteremo insieme, per cominciare bene la giornata" e una giornata così la vorrei cominciare anche io. Le classi non le ha fatte nessuno: tutti i bambini il primo giorno si sono seduti ai tavolini, raccolti in piccole isole, vicino a chi volevano loro, e così sono venute naturalmente. Appena smette di piovere tutti fuori a giocare e sfogarsi, per spezzare la mattina, perché tanto ognuno ha gli stivalini di gomma portati apposta per quello. E le maestre che sapevano già i nomi di tutti i bambini prima di iniziare l'anno, li accolgono sorridendo e poi, fuori dalla scuola, mi chiedono: "Come le sembra il bambino, felice? Perché a noi sembra di si!" ed io a stupirmi che a loro importi qualcosa.
Contemporaneamente, nella Scuola Pubblica 1... le classi costituite con appello individuale il primo giorno, i bambini seduti in lunghe file nei banchi di fronte alla maestre. Il secondo giorno di scuola punizione perché alcuni avevano fatto baccano, nessuno è potuto uscire in cortile. Il quarto giorno, inizio del tempo prolungato, usciti alle quattro avevano ancora i compiti da fare.
Sono sollevata, dicevo, ma la domanda mi resta. Perché di Scuole Pubbliche ce ne sono tante?
E perché ancora deve essere una sperimentazione, da relegare a
sezioni o scuole speciali, applicare principi di didattica più in sintonia con la crescita dei nostri figli?
La mamma di un nuovo compagno di scuola del Pulce, anche lei decisamente soddisfatta dei primi contatti con la scuola, un pomeriggio mi ha detto: " Sai, il mio bambino è un po' sensibile, ha proprio bisogno che la mattina uno lo saluti e magari gli chieda gentilmente come sta".
Ma in fondo non ne avremmo bisogno tutti?