L'estate appena passata abbiamo fatto un lungo viaggio in camper che, a parer mio, è venuto un piccolo capolavoro, per la carica, le esperienze, le conoscenze (e testimonianze!) che ci siamo portati a casa.
E' stato allo stesso tempo rilassante e stimolante. Direi vario, soprattutto!
Come insegnano i veri camperisti, siamo partiti con la pianificazione del viaggio diverse settimane prima, anche se fino all'ultimo eravamo pronti a cambiare meta in base alle previsioni meteo.
Da dove cominciare?
Da una folgorazione: navigando nella rete in cerca di ispirazioni, ho trovato un luogo, il
Giura Svevo,
Schwäbische Alb in tedesco, che ho improvvisamente desiderato visitare.
Venendo da nord il Giura, emerso milioni di anni fa dal mare giurassico, appare all'orizzonte come una parete solcata da fenditure, mentre a sud le sue colline si fondono nel paesaggio prealpino.
Diciamo che mi sono bastate queste due righe, per farmi decidere che invece di portare i bambini a vedere "Jurassic World", saremmo andati direttamente a caccia di fossili nelle rocce giurassiche:
"GeoPark Swabian Alb –
Discover secrets going back millions of years"
Trovare informazioni su questo territorio inizialmente è stato arduo (perché ha nomi diversi per ogni lingua!), ma ci sono risorse in rete di incredibile ricchezza e definizione, come questi siti:
http://www.schwaebischealb.de/
http://www.geopark-alb.de/en/, con la sua fantastica
mappa
http://www.mythos-schwaebische-alb.de/en/experience/tour-maps/
Avevo preparato una
mappa veramente fitta di possibili tappe e mete, perché le cose da vedere da quelle parti sono veramente tante, ma questi sono i luoghi che alla fine abbiamo veramente visitato:
Come ho scelto?
Prima di tutto siamo stati alla larga dal bellissimo Bodensee perché temevamo la ressa e il traffico estivo e abbiamo puntato su mete un po' defilate.
Quasi sempre, insomma: passando da quelle parti non potevamo saltare Legoland.. e, sulla via del ritorno, vuoi non visitare il castello di Neuschwanstein?
Ho scelto mete che prevedessero passeggiate nella natura, a volte l'uso della bicicletta; mete interessanti per gli aspetti storici, o per l'ambiente spettacolare, infilandoci qualche fiume, cascata, grotta e museo.
Sono stata ad esempio ispirata da
un post di Labby's Blog, che ha fatto si che la puntina su Bad Urach rimanesse a caposaldo di tutto il nostro tragitto (grazie, Google Translator!). Questo blogger ha anche un
elenco di piazzole sosta camper da lui personalmente recensite, che mi è stato utile, insieme al sito http://www.mobilisten.de/.
Imprescindibile era anche una capatina dagli amici tedeschi e a scavare qualche fossile, per l'appunto, per poi concludere in bellezza sulla sabbia conchigliosa e selvaggia di San Nicolò al Lido di Venezia, l'unica a mia conoscenza libera e mezza deserta ad agosto, in Italia.
Per noi un viaggio nella Germania del sud è stata una vera avventura: non conosciamo la lingua (numeri e colori si scopre ben presto che non sono sufficienti) e spesso abbiamo puntato verso mete legate ad un turismo locale, per così dire, rurale, per cui l'inglese ci ha aiutato poco. La mia amica Annette, che siamo andati alla fine a trovare a Mannheim, mi ha confermato che abbiamo frequentato zone che i tedeschi definiscono benevolmente "la Siberia della Germania"..
Avevo imparato la parola
erwachsene (e non è una parolaccia) l'ultima volta che ero stata a trovarla, davvero essenziale per comprare i biglietti dei treni, ma a giudicare da questo formulario per l'ammissione in campeggio, come si più comprendere, ho avuto ancora molto da imparare per padroneggiare l'essenziale.
"Strom(anschluss)?", ad esempio, vuol dire: "Vi serve la corrente elettrica?". E se rispondi: "
Nein, danke!" con un bel sorriso di intesa, resti senza luce. E poi vagli a spiegare...
Anche sapere un po' come funzionano le ascugatrici a gettoni può essere utile quando ci si trova davanti a delle istruzioni dettagliate, monolingua, in tedesco - se non si conosce la lingua. Comprendere che trocken significhi "asciutto" ha necessitato di tutta la mia più fervida immaginazione allenata decenni fa con il greco antico.
Un po' avventuroso è stato anche per via delle
zecche, un vero flagello, mi si diceva, per cui ci siamo
informati e poi attrezzati con velenosissimi spray per le gite sui sentieri meno battuti.
Ah, dimenticavo: prima di partire mio marito, che è uno preciso, ha ordinato una placchetta ambientale (UMWELTPLAKETTE) casomai che capitassimo in una zona verde..
Nei prossimi post ho pensato di
raccontare passo passo il nostro viaggio, facendoci guidare dal
diario di bordo stilato ogni sera dal Pulce (un altro
compito delle vacanze personalizzato), aggiungere qualcuna delle foto più riuscite e qualche scansione di biglietto-ricordo, così tutto quando prende un suo ordine e ci aiuta a costruisce una storia: la storia del nostro viaggio Giura-ssico.