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domenica 8 luglio 2018

La maglietta semplice con lo stemma dell'Uruguay DIY

I Campionati Mondiali di Calcio hanno una grande giovane tifoso nella nostra famiglia, che non vorrebbe perdersi una partita ma soprattutto vorrebbe sempre tifare per i vincitori ;-)

C'è stato un breve momento di infatuazione per la squadra dell'Uruguay e allora, complice l'estate e il suo tempo più dilatatato, una provvidenziale maglietta azzurro carta da zucchero e una vecchia collezione di colori per stoffa ancora efficiente, abbiamo deciso di ricreare la maglietta con lo stemma dell'Uruguay, semplice semplice, fai ai da te.

Maglietta Uruguay Ufficiale Mondiali Russia 2018


Da internet ho presto lo stemma in versione grafica, vettoriale, per avere una base molto essenziale.


Con GIMP ho ricavato solo i contorni e così ho potuto fare una stampa in bianco e nero su carta normale.


Abbiamo rubato dal materiale di seconda media un rettangolino di carta carbone e preparato la maglietta ben distesa su un cartoncino rigido, fissata con delle grandi graffette.
Ho quindi posizionato il disegno sopra la carta carbone, e ho attaccato il tutto sulla maglietta, per poi far ripassare tutte  le linee, con un tratto ben calcato dal futuro proprietario della maglietta.

Purtoppo ci voleva più energia e una pena più appuntita, così ho rapidamente rifatto il lavoro e l''ho completato con i colori per stoffa.





Altrimenti i Mondiali sarebbero finiti e noi sarmmo stati ancora lì a metà progetto. E ciò sarebbe stato piuttosto frustrante.

Insomma ho usato pennarelli per stoffa, per il giallo il rosso il nero a linea larga e l'azzurro. Non molto coprenti a dire il vero. Poi ho dato il bianco con un bel colore tirato a pennello, finito il giallo aggiungendo provvidenziali brillantini dorati, sempre a pennello, e sistemato la scritta rossa con un indelebile a punta finissima, Non avevo pennellini adatti a portata di mano.



Insomma ecco. Il nostro progetto è finito, non perfetto ma rapido e indossabilissimo.

E intanto io e Sybille, per chi lo stesse aspettando, stiamo completando il Calendario Home-Scolastico 2018-2019. Un'altra esperienza molto istruttiva!



venerdì 8 settembre 2017

Pongo Camp: un centro estivo fai da te

Inizio dalla fine.

Si è appena concluso il "Pongo Camp", progetto che ho immaginato dalla tarda primavera e si è concretizzato durante le vacanze scolastiche, tra un viaggio con i genitori e l'altro.



Non è ancora scemata la crisi esistenziale iniziata questa primavera, che mi ha portata nella direzione di chiedere gli ultimi giorni di "aspettativa per il figlio minore di 8 anni" ed utilizzarli per restare a casa con loro e con i loro amici, per quattro giorni alla settimana durante tutto il periodo estivo.
Il quinto giorno con i ragazzi rimaneva a casa un'altra amica, mentre io andavo a fare il mio turno al lavoro e davo un po' di continuità ai pazienti.

Tra questo impegno con 5-6 vitalissimi fanciulli tra i 7 e i 12 anni e le settimane di ferie agostane ho preso un po' di stacco dal lavoro e ho cercato di ricaricare le energie per affrontare con più coraggio le scelte difficili che mi aspettano.
Si tratta solo di riassestare in modo più sostenibile l'equilibrio tra lavoro-famiglia-soldi e i bisogni miei più profondi, che stanno emergendo dopo almeno 10 anni di rigorosa attività professionale.

Oltre a scegliere di regalarmi più tempo da vivere con i miei figli, la mia famiglia ha intrapreso un altro grande cambiamento, che ha reso più spontanea e sciolta l'espressione di tutte le emozioni, oltre ad averci rapito il cuore:

abbiamo adottato al canile un cucciolo meticcio che il Cic ha battezzato con il classico nome di "Pongo"!

Noi non abbiamo mai avuto animali da compagnia, a parte insetti stecco, pesci nell'acquario, una tartarughina d'acqua e, per brevissimo periodo, una tartaruga di terra neonata. Avevamo tutto da imparare!
Il periodo estivo e la maggiore presenza e continuità a casa sia dei bambini che mia è stata la situazione ideale per conoscerci subito bene, tra noi e il giovane peloso, e imparare a comunicare (per alcuni, anche non aver paura o schifo).

Certo che con Pongy abbiamo proprio vita facile.
E' un cagnetto bianco e nero, dal carattere mite anche se un po' testardo, le attitudini da cacciatore, con il naso sempre sulla traccia e il cervello che va in tilt quando ne trova una.
Ha il vantaggio che è coccolosissimo, ha il pelo (per ora) lucido e "autopulente" ed è bravissimo a fare la "faccia da canile" con gli occhioni lucidi e imploranti, le lunghe e morbide orecchie piatte sulla nuca, quando vuole ottenere qualcosa.

Eccolo qui in una posa che ci ricorda il Drago Fùcur della storia infinita, solo, in versione nera:


Tra i suoi vari nomi e vezzeggiativi c'è l'azzeccato termine di Accoccolosauro, anche se in realtà ama dormire e farsi coccolare pure in posizioni decisamente sfacciate, che sdrammatizzano a volte momenti di tensione intensa, come quando ad esempio mi ruba in spiaggia l'unico salviettone all'ombra. Sgrunt.





Ecco, questo splendido esemplare canino (che nei passanti suscita non di rado l'esclamazione: "Però! Bello, per essere un bastardino!!") è stato l'ideale catalizzatore del progetto "Pongo Camp", perché con l'occasione di portarlo a passeggio e a rinfrescarsi nel fiume, i ragazzi tutti i giorni sono stati ben felici di accompagnarmi nell'esplorazione di vari scorci della nostra campagna, quelli più freschi e ricchi d'acqua, possibilmente, come fiumi, canali e fontanili.


Tutti i giorni i ragazzini arrivavano a casa nostra alla spicciolata, le mamme a turno procuravano il cibo per il picnic di tutti e infine quasi sempre si partiva, a piedi o in bicicletta, per raggiungere il Campo dei nonni, in campagna.

Avevo una bella squadretta di ciclisti, con me: tutti col caschetto, ed io pure con il carretto del cane che fungeva anche da trasporto per le cibarie e i cambi; insomma non si passava inosservati.
Però questo è servito a fare gruppo, responsabilizzando i più grandi nei confronti dei più piccoli. Un po' ha funzionato.
Abbiamo visitato diverse volte la palata (diga mobile) più vicina al Campo, dove abbiamo esplorato l'ambiente stagnante delle secche del fiume e i ragazzi mi hanno aiutata a raccogliere vari campioni di acque verdastre e fanghi per soddisfare la mia neonata curiosità ed esercizio delle osservazioni microscopiche di organismi acquatici.


Ogni tanto qualcuno voleva curiosare nei miei vetrini e così i ragazzi si sono un po' impratichiti sugli ingrandimenti e hanno sperimentato qualche piccolo accorgimento tecnico, come pure lo stupore della continua scoperta, spero.

Sul fango più melmoso, ad esempio, abbiamo trovato la seta d'acqua, la Spirogyra, che è proprio piaciuta a tutti.


Quando, per alcune settimane, si è aggiunta alle nostre scorribande una cara amica con i suoi due bambini, le giornate sono state ancora più vivaci e divertenti grazie al loro entusiasmo e alla loro voglia di.. provare!
Qualche volta ci siamo anche mossi in auto per raggiungere mete più lontane, come la visita alla cascina dove un mio zio ci ha invitati per conoscere 5 coniglietti nati da appena 8 giorni.



Questa esperienza ha immediatamente stabilito un nuovo gold standard di coccolosità: usiamo la sera immaginarli per addormentarci, efficacemente.

Secondo il Cic il Paradiso molto probabilmente è un posto pieno di coniglietti di 8 giorni.

Un giorno siamo anche andati tutta la giornata "in gita" all'Oasi di Sant'Alessio: quanti animali strani e mai visti! Quante emozioni!!!!!!!

Foto rigorosamente scattata dal Pulce

Però non è stato un vero e proprio Summer Homeschooling, credo.

Ci sono stati film guardati insieme chiusi in casa con il condizionatore acceso nelle ore roventi del dopo pranzo, qualche compito delle vacanze tra un lamento e una risata, grandi partite con complicati giochi in scatola, o a carte; e cacce al tesoro, catture di pesci, rane eccetera con barattoli e retini, nascondini, merende con gelato e tante tante battaglie con pistole d'acqua, rigorosamente finite a secchiate. E' stata un'estate molto molto calda.


Le giornate non sono state strutturate a priori e la finalità non è stata didattica, ma educativa in senso lato: le mamme degli altri ragazzini anzi a volte erano un po' disperate perché non sapevano mai quando saremmo tornati o dove trovarci: lo spirito è stato quello di seguire il tempo del fare, del vivere i momenti liberamente, e non guardare l'orologio (se non per verificare, quando lo stomaco si faceva sentire, se aveva ragione lui).
Al mio piccolo gruppo ho soprattutto cercato di mostrare che è importante valorizzare le potenzialità e rispettare i limiti di ognuno, aspettando i più lenti o cucinando per gli altri (e mangiando quanto cucinato dagli amici... anche se non è venuto proprio perfetto).
Se l'avranno imparato, o l'avranno imparato qualcosa d'altro, lo scopriranno loro tra qualche anno.

A me negli occhi rimarranno le quotidiane scene alla "Le Déjeuner sur l'herbe": i nostri picnic nella meravigliosa cornice del Campo, curato amorosamente dai nonni.


E l'acqua, e il tanto verde scovato nella campagna riarsa nella stagione più torrida, il camminare insieme, il sorriso dei miei figli per la gioia di poter giocare insieme per ore con i loro amici.

Nelle orecchie mi risuona la voce del Cic, in un momento di ciclistica intimità, seduto sul portapacchi della mia bici mentre arranco su una strada sterrata, la sua bici bucata.
Insomma mi fa: "Mamma, però, bella la vita con un cane!".


Aggiungo qui qualche testimonianza dei giovani partecipanti: ecco quelle di Gabri 6 anni e mezzo.



domenica 29 gennaio 2017

Mio figlio, il calcio e la geografia



Il Cic è ora un bimbo di 6 anni e mezzo, di altezza media ma assai sottile; una zazzeretta bionda sempre ritta sul capo, i vivaci occhioni azzurri dalle lunghe ciglia scure, l'incarnato pallido, quasi trasparente sulle palpebre che non si chiudono mai del tutto quando dorme profondamente. 

Il Cic ha il cuore tenero -indossare un maglione morbido e peloso è un ottimo stratagemma per essere accolti da un abbraccio entusiasta- ma spesso fa il duro e gli viene, a volte, di tifare per i "cattivi". Le mie amiche psicologhe dicono che è perché sta cercando di differenziarsi dal suo fratello maggiore, che si è ormai accaparrato il ruolo del "buono" di casa. 
E' anche molto autonomo e determinato: farebbe qualsiasi cosa pur di non mostrare un segno di cedimento o di debolezza. Piuttosto rinuncia in partenza.



 A settembre il piccolo di famiglia ha cominciato il primo anno di scuola primaria ed è molto incuriosito dal mondo, per come gli appare attraverso il confronto coi compagni: gli idoli del calcio con i loro tatuaggi, le mode dei piercing, le collezioni di figurine, i racconti di epiche partite ai videogiochi.

Gli arrivano anche  gli stimoli del percorso scolastico standard: una bella classe, anche se numerosa, e un clima sereno, dicono le maestre; è contento che ci siano bambini da tutto il mondo. 
Però mi sembra che faccia i compiti e segua le lezioni per pura dedizione e poco entusiasmo, alla fin fine.


Intanto, quando è a casa tranquillo, il mio ragazzino continua a portare avanti passioni e percorsi di conoscenza tutti suoi, che ha intrapreso anni fa.

La geografia, ad esempio, e le bandiere.

Fin da piccolissimo gli è piaciuto ricostruire il meraviglioso planisfero puzzle magnetico che è appeso in salotto e associare alle combinazioni di linee e colori delle bandiere i nomi degli stati. Noi adulti dovevamo replicare lo schema dei campi delle bandiere con semplici linee a matita e lui si divertiva a riempirli coi colori giusti, per poi passare a disegnarsi le bandiere da solo.


Il primo giorno di scuola si è fatto forza portandosi dietro "Gli stati extraeuropei", volume che ha quasi consumato a furia di guardare le figure, prima, e di leggere, poi.

 Copertina Gli Stati Extraeuropei

Ora alla geografia si è collegato il calcio, le capitali, i nomi e i simboli delle squadre, l'origine dei giocatori. Più sono diversi e meglio è. E' stato il momento di dotarlo di una confezione di matite colorate per rappresentare i diversi colori dei popoli, assai gradita.


Grazie al calcio la sua produzione di disegni sta vivendo un periodo florido.



Dopo una fase di blocco, con ripetizioni di copie di illustrazioni di cataloghi lego (e una breve fase "cavalieri medievali" e "pirati", che ogni tanto ritorna) sta emergendo soprattutto la scoperta della necessità di rendere il movimento nel rappresentare i nuovi eroi, i calciatori.

Ci si è avvicinato un po' alla volta: inizialmente ci chiedeva di stampargli disegni da colorare già disponibili online, con il giocatore di una squadra nazionale e la bandiera corrispondente.



 

Poi ha cominciato a copiare i preferiti dalle preziose carte collezionabili.
Santa Lucia ha colto il suo lato analitico e gli ha portato in dono il ricchissimo libro "1000 squadre di calcio", altra fonte di regolare consultazione.

E finalmente è stato pronto per le reinterpretazioni personali.
Allora si è messo a studiare i modelli del libro "Punto, Punto, Virgola, Linea" ed a sperimentare  varie tecniche decorative.



calciatore tatuato!


entusiasmo dei tifosi

non so che squadra sia Oroli, però mi sembran tutti gentili

festeggiamenti

rovesciata

(quando il movimento non è perfetto, si deve correggere e nel caso sbianchettare)

Il problema è che noi genitori non siamo tifosi di calcio e quindi il Cic probabilmente non ha mai visto un'intera partita. Ma credo lo spettacolo e l'agonismo lo affascini alquanto.

La lettura accompagna la sua nuova passione. 
Così nasce il suo primo fumetto calcistico, "Una vita da calciatore", a mio avviso ispirato al libro "La partita di pallone" di Colin McNaughton (consigliatissimo).

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLNPZvpDaHekimaBZnJ9m-NNzDkTvSn6mVl_bKJJtczZ3nE6Jy0vyvRWVxX7VlR3pe2xJxHsND-P1Lw5Bp7pvVFSrEcLYxKrWB97bpLI0T4OcSFpvl80rh_cqgypBWpHg-LcaY97jcvlM/s1600/La+partita+di+pallone+Colin+McNaughton+Un+libro+in+tasca+1982.jpg






Ma io devo solo stare a guardare!

Il Cic mi ha fatto presto capire che non (vuole) condivide(re) la passione dei "lavoretti" con me, vuole fare da sé.

Però ultimamente qualche dritta sui materiali da usare me la chiede:

- gli presto la light box perché vuole imparare a scrivere in corsivo tracopiando l'alfabeto


 - ruba i fogli "magici" di suo fratello per far pratica calligrafica con l'acqua (bellissimiii) e disegnare i kanji.



- mi invita a giocare a "Scarabeo" a modo suo, inventando parole solo con le letterine che gli stanno insegnato a scuola, a partire dalla più recente.



- gli posso insegnare a incollare i brillantini e a scavare negli strati sovrapposti di pastelli a cera per fare emergere figure colorate.




Da gennaio è finalmente anche riuscito a convincermi a iscriverlo ad una scuola di calcio per bimbi della sua età: ha raccolto tutto il suo coraggio e si è messo ancora una volta in gioco.


Stare accanto al Cic mentre continua a crescere, fargli da guida, godere dei suoi slanci di dolcezza e tentare di smussare i suoi impeti di cocciutaggine, è un'impresa delicata che mi lascia spesso esausta e al contempo piena di ammirazione.

venerdì 11 aprile 2014

"Screen time". Italia, 1983, terza elementare. Quanta televisione guardavamo da piccoli?


Per rispondere a questa domanda ho attinto da fonti storiche ben documentate: i miei quadernini delle elementari.


Ed eccoci tornati al 4 e 5 febbraio 1983, una statistica di prima mano tra i bambini di una terza elementare di provincia. (In corsivo qualche mia osservazione)

Il programma televisivo preferito
(chissà se mi ricorderò qualche programma? Qual'era la mia crocetta?)



Cartoni animati (17 crocette... tutti e 17 i bambini della classe, ovvio)

Flo (4 crocette, penso si trattasse di "Flo, la piccola Robinson")
Hallo Spank (6 crocette)
Candy (2 crocette)
Gordian (2 crocette, non me lo ricordo affatto)
Nilz ("Nils Holgersson", 1 crocetta)
Starzinger (2 crocette)


Per quante ore guardiamo la TV:



7 ore (5 bambini, apperò!)
5 ore (4 bambini)
4 ore (4 bambini)
6 ore (3 bambini)
3 ore (1 bambino)

Cosa guardiamo alla TV



Telefilm: 15 bambini
cartoni animati: 17 bambini
film: 14 bambini
telegiornale: 4 bambini
documentari: 4 bambini
varietà: 13 bambini

- - -

Il resto delle considerazioni, dei consigli e delle riflessioni le lascio leggere direttamente a voi. 






- - - 

A proposito di quaderni delle scuole elementari. Ho scoperto ieri, grazie ad un'amica, un interessante progetto volto al recupero di questa forma di memoria storica: Quadernini, all'interno del Progetto Quaderni Aperti.

Quadernini è un’iniziativa di divulgazione di contenuti di quaderni delle elementari attraverso l’intrattenimento.
Il progetto, nato nel 2008 e sviluppato in collaborazione con la compagnia Teatro del Singhiozzo, utilizza diversi canali di contatto con il pubblico:
- una pagina Facebook costantemente aggiornata in cui vengono postati i contenuti dei quaderni;
- uno spettacolo itinerante di letture dei temi più divertenti e interessanti contenuti nell’archivio Quaderni Aperti;
(qui alcuni video)
- una rubrica sul portale web di Smemoranda.

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