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martedì 25 febbraio 2020

Le maschere degli Antichi Egizi... colorate!

Ciao amici!
Nella zona dove viviamo, i festeggiamenti di Carnevale sono tutte sospesi, ma le maschere degli Egizi sono pronte e colorate, con mia grande soddisfazione. Quanto oro, colle glitter e sfumature: un tripudio di colori!

Questa è la mia versione di Nefertiti.



Per il colore della pelle ho scelto tra le tante sfumature della serie Lyra skin tones.

 Colla glitterata a go-go.

Per scegliere i colori da utilizzare (matite colorate) mi sono documentata sulla pagina Wikipedia dove e' descritto busto di pietra calcarea della regina Nefertiti. Vi consiglio di leggere il breve testo, perché rende benissimo l'incanto e l'attrazione che suscita la visione di questo manufatto.

Lavorazione e materiali 
Mentre Ludwig Borchardt nel suo diario attribuì al busto un'altezza di 47 cm, oggi l'altezza del busto viene definita di 50 cm. La scultura pesa circa 20 kg e consiste di pietra calcarea rivestita con uno strato di stucco dipinto. La pupilla dell'occhio destro è un intarsio di cristallo di rocca, con l'iride finemente incisa, rivestita di colore nero e fissata con cera d'api. Il bianco dell'occhio è dato dalla pietra calcarea utilizzata. La pupilla dell'occhio sinistro manca; non vi è alcuna indicazione sul busto che questa un tempo sia stata inserita o dovesse esserlo.
Borchardt fece eseguire l'analisi chimica dei colori utilizzati e pubblicò i risultati della ricerca, effettuata nel 1924, in Porträt der Königin Nofretete. (Ritratto della regina Nefertiti). Furono accertati i seguenti componenti:
Blu: polvere di vetro colorata con particelle di ossido di rame
Colore della pelle: sottile polvere di calcite con particelle di calce rossa (ossido di ferro)
Giallo: Orpimento (trisolfuro d'arsenico)
Verde: polvere di vetro colorata con particelle di ossido di rame e di ferro
Nero: carbone con cera come legante
Bianco: calce (carbonato di calcio)
I colori furono applicati subito dopo il completamento della modellazione dello strato di gesso superficiale. All'esame microscopico risulta che i cinque diversi strati di colore furono applicati uno dopo l'altro: blu-bianco, bianco, giallo, blu, e infine rosso. 
Il ritratto della regina 
Nefertiti indossa la corona blu resa tipica da numerose rappresentazioni, indicata anche spesso come "corona a elmo", con una fascia dorata sulla fronte; intorno alla corona è avvolta una striscia colorata (diadema), che si incrocia al centro della parte posteriore e qui apparentemente è fermata da un inserto di corniola circondato da due ombrelli di papiro.[26] I colori qui utilizzati (giallo, rosso, azzurro, verde) raffigurano un diadema d'oro e pietre preziose, come si trova per esempio nel corredo funebre di Tutankhamon.[A 3] Sulla fronte si trovava il simbolo reale (Ureo). Sulla nuca ricade dal bordo della corona un nastro rosso, che si appoggia sulla parte superiore della larga collana policroma. In confronto ad altri busti dell'Antico Egitto mancano le spalle. Il busto è lavorato solo fino all'attaccatura della clavicola.
Ludwig Borchardt descrive la sua prima impressione con questa nota nel suo diario degli scavi:
«Colori come appena applicati. Lavoro davvero eccellente. Descrivere non serve, [occorre] vedere. [...] Ogni altra parola è superflua» (Ludwig Borchardt) 
Il ritratto della regina mostra lineamenti regolari con zigomi alti, collo lungo e senza grinze, e contorni molto sottili. Le due metà del viso sono simmetriche. La carnagione è rosa-marroncino e ha un aspetto fresco. Il makeup completo del volto, le sopracciglia, le palpebre sottolineate col Kajal, le labbra non troppo piene di colore rosso-bruno fanno apparire il viso come appena truccato. Il ritratto nella sua forma singolare non solo esprime l'ideale di bellezza dei giorni nostri, ma conferisce al ritratto della regina una evidente individualità e personalità. Joyce Tyldesley descrive brevemente Nefertiti: "Thutmose [...] le ha conferito una bellezza universale, che dispiega il suo effetto oltre ogni confine di razza e di tempo." 
Un busto affascinante 
L'effetto o meglio il fascino che il busto esercita sull'osservatore è da attribuire a diversi aspetti: lo stato di conservazione quasi perfetto con i suoi colori luminosi e lo sguardo vivace dell'occhio destro. La fine lavorazione della pupilla in cristallo di rocca si riscontra anche nella coppia di statue del principe Rahotep e della moglie Nofret della quarta dinastia (Antico Regno), famose proprio per questo particolare. L'insieme dell'opera produce un'impressione realistica e si rivolge direttamente all'osservatore nonostante i lineamenti idealizzati. Un punto ulteriore è che il busto unisce in sé un aspetto passivo ed uno attivo: la testa e la nuca sembrano spinte in giù dal peso della corona, il collo è piegato in avanti. Lo sforzo per opporsi a questo peso e mantenere l'equilibrio è accentuato dalla muscolatura allungata del collo messa in evidenza. Questo è particolarmente evidente nella parte posteriore del capo, sotto il margine della corona, nel passaggio dalla nuca alla testa.
L'egittologa Julia Samson ha fissato in parole il momento vissuto dall'osservatore: 
«Tutti si fermano meravigliati, incantati dalla sua apparizione, alcuni rimangono fermi a lungo senza parlare, altri tornano indietro non una volta ma più volte, come se non potessero credere a quello che vedono.» (Julia Samson)

Invece questa la maschera di Tutankhamon.


Notare le intense sfumature per donare profondità!

Anche in questo caso, per colorare al meglio il disegno di Sybille, ho avuto bisogno di osservare la Maschera funeraria di Tutankhamon, leggerne, e scoprire così tanti piccoli dettagli, che mi hanno aiutata a scegliere le tinte da utilizzare.
Descrizione 
La maschera è alta 54 centimetri, larga 39,3 centimetri e profonda 49 centimetri. È costituita da due strati d'oro di alta caratura, varianti nello spessore dai 1,5 ai 3 millimetri, per un peso di 10,23 chilogrammi. La cristallografia ai raggi-X ha determinato che la maschera contiene due differenti leghe d'oro: una, più leggera, di 18,4 carati per il volto e il collo, e una di 22,5 carati per il resto della maschera. 
Il viso rappresenta un'immagine standardizzata del faraone, che gli archeologi individuarono anche in altri punti della tomba, soprattutto nelle due statue di guardiani a grandezza naturale che presidiavano l'accesso alla camera funeraria. Tutankhamon indossa il copricapo nemes sormontato dalle insegne regali del cobra (Uadjet) e dell'avvoltoio (Nekhbet), che simboleggiano il potere del faraone sull'Alto e Basso Egitto. Le orecchie presentano fori per gli orecchini, caratteristica che nell'arte egizia, è generalmente riscontrabile per i soli donne e bambini. 
Nell'oro che costituisce l'oggetto sono incastonati vetri colorati e gemme, fra cui lapislazzuli (il contorno degli occhi e le sopracciglia), quarzo (gli occhi), ossidiana (le pupille), corniola, feldspato, turchese, amazzonite e faience (incastonati nel pettorale). 
Barba 
Al momento della scoperta, nel 1925, la barba d'oro del peso di 2,5 chili, decorata con dei lapislazzuli per rendere il motivo dell'intreccio, era separata dal mento; fu riattaccata nel 1944 mediante una giuntura in legno.

A ben guardare, già dalle foto si nota che l'oro ha tonalità leggermente diverse, ed è stato interessantissimo riconoscere le diverse pietre preziose utilizzate come decorazione. 


La cosa più preziosa, però, è stata la compagnia del mio amico Ricky, 6 anni, che mentre coloravo Tutankhamon era accanto a me e disegnava a mano una card dei calciatori.

Poi l'altra sera sono stata a casa sua e la sua mamma mi ha mostrato la maschera che si era fatto a casa, da solo, da portare alla festina della scuola, copiando a mano da una foto sul tablet. 



Piccoli semi sbocciano 💛



Vi piace come ho colorato le mie maschere degli Antichi Egizi? 


Le vorreste, già bell'e pronte, anche voi?

I files con le scansioni sono pronti per essere inviati agli affezionati lettori che hanno apprezzato (e magari regalato) il libretto "Tanti puntini per Nilli". Scrivetemi!

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