Senza, non sopravviverei alla morsa della nebbia che ci assedia da giorni.
La natura, la poesia come sospensione da tutto, si. E l'arte.
Cammino per la strada e fingo di stare in un'istallazione, la memoria recupera le sensazioni: la nebbia al padiglione belga, Biennale di Venezia del 1999.
Soffice, pulita, come di borotalco, intima.
Solo una scusa, per restare ancora lì, a lasciarmi ingannare dai lattimi, dai vetri antichi di Gerd Rohling. Quanto può essere incantevole la plastica.
immagine presa da qui
immagine presa da qui
Ma so già dove voglio tornare: nel mare di colore tridimensionale di Leon Tarasewics, per vederlo cambiare sotto i miei occhi (dall'alba al tramonto) mentre cammino, mi abbasso, sposto lo sguardo.
immagine tratta da qui
Lo so come mi sento nella nebbia.
Ma come mi sentirei, le mani nei secchi di colore?
l'hai già messa la puntina a Colour Island? mettila dove vuoi, ma mettila
RispondiEliminapuntina davvero.. quel mare è da ululo.. E per la nebbia.. abbi fiducia, il sole c'è ancora.
RispondiEliminawow che foto!
RispondiEliminain quel mare mi ci tufferei a capofitto!!!
RispondiElimina@ A. Di Danno: mmmm.. dici?
RispondiElimina@ Mamma C: voglio crederlo... per ora lo sogno!
@ cooksappe: le ho rubate dal web.. ricordi di esperienze molto intense; rendono?
@ Odile O.M.: un po' duretto ;-)
ma era bello da toccare, tutto solcato, grumoso..
Con le mani nei secchi di colore ... e tutto quel bianco da imbrattare! Io mi sentirei una meraviglia! Una bimba che la fa grossa e si gode la libertà di trasgredire le regole!
RispondiElimina@ ylenia: dipingere coi guanti deve essere una goduria! forse però un po' di mal di schiena alla fine... ;-)
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