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domenica 13 giugno 2010

Ancora su "Tantibambini"

Ancora su "Tantibambini". Così ci scriviamo io e la Bice, e così mi fa ripensare ai libretti Einaudi di quando ero bambina, ora finalmente rinati a nuova vita grazie agli occhi del mio bimbo grande (beh, "grande"... 4 anni...).


Cosa ho pensato quando li ho sfogliati con gli occhi di adulta, di mamma?

Ma... FINALMENTE! Finalmente ho la scusa di guardarmi di nuovo tutti quei colori, di capire cosa ci trovassimo io e mio fratello negli anni ottanta, tanto da non farceli più dimenticare.
Ho chiesto alla mia, di mamma, come fossero finiti in casa nostra. E ho scoperto che i miei genitori li comprarono da un catalogo, scegliendone una ventina in occasione dell'acquisto di una ben più impegnativa opera editoriale per adulti proposta da un venditore a domicilio.
L' "Opera Seria" mia mamma non si ricorda più quale fosse, ma i libretti si, me li ha conservati in soffitta e quando è stato il momento giusto sono passati al nipotino.
Di Tantibambini ricordo che avevo una visione d'insieme per via che erano quadrati, leggeri e con la mezzaluna colorata sul lato. A dire il vero però avevo i miei preferiti, ed alcuni li ho proprio snobbati.
La cosa strana è che anche da grande i volumetti negletti non mi è venuta la curisità di riaprirli, chissà perchè.
Invece altri ce li ho proprio stampati in testa.
Come i volumi 1 e 14 de "I Quindici", come "Rosaconfetto" della serie "Dalla parte delle bambine", certi libretti Tantibambini mi hanno lasciato molte cose, soprattutto molte immagini.
Di "Voglio Una Mela Blu" (Ibi Lepscky, Luciana Roselli) ho fatta mia la grande mela dal colore improbabile, simbolo del desiderio inibito e compresso che esplode nella fantasia più sfrenata. Ma anche ho amato tutte le altre illustrazioni, che riprendono dettagliatamente il testo e soprattutto sembrano piatte e fatte a pennarello (la carica grafica sottolineata dai contorni più scuri), forse la tecnica più a portata di mano per me bambina.
Si, forse è proprio il taglio grafico e moderno che mi ha colpita.
Diciamocelo, non sono affatto sdolcinati, anche se spesso teneri. La storia di "Voglio comprare una tazza gialla con una ochetta blu" (Ibi Lepscky, Emanuele Luzzati) e anche "Tutti cuciti assieme" (Marielle Muheim) e "Mi diverto un sacco" (Maresa Leddi, Mario Leddi) ad esempio.






E non è che siano senza morale, anzi.. Proprio in "Mi diverto un sacco" ad esempio si affrontano temi ecologisti (in Italia è anche l'epoca di Barbapapà); altrove invece la morale è universale ("Due pesci per cena" di Anonimo Cinese e Rino Albertarelli; "Storia di due scarpe" di Gabriella Verna) oppure si affrontano argomenti ancora drammaticamente attuali, come in "Teodoro Sisisi" di Gabriella Verna, sull'edilizia selvaggia e criminale.



Ma più ancora le storie sanno essere folli, oppure di poche parole e tante immagini, storie tutte da riempire con l'immaginazione di chi le guarda e le legge - o se le fa leggere.
Ma cosa è saltato in mente ad esempio agli autori di "I tarocchi col porcello" (Cristina Lastrego, Francesco Testa)?


Ma che storia è? Eppure è divertente, e molto molto medioevale, anche nei colori. Peraltro è la preferita del mio bambino..

Ed ecco gli altri miei Tantibambini. Ora rubo un po' il lavoro alla Bice: qualcuno se li ricorda? che cosa ne scrivereste?

"Celestino Guardunpò" di Tullio Ghiandoni

"Chi c'è nel prato" di Maurizio Cavicchiolo e Giorgio Bogoni


"Coloriamo le motociclette" di Maria Pia Donzelli


"Coloriamo le nuvole" di Pietro Spica


"Diciotto l'orsacchiotto" di Irina Hale


"Dove andiamo?" di E. Poi e Mari Carmen Diaz


"Giuseppe verde giallo rosso e blu" di Pino Tovaglia


"Il paese del melograno" di Aoi Kono


"Il piccolo Marroncini" di Isobel Harris e André Francois


"Il teatro delle ore" di Ferdinando Albertazzi


"Mamme favole e bambini" di Mario De Biasi


"Un paese di plastica" di E. Poi e Ettore Maiotti

7 commenti:

  1. Che bellezza! Anche il mio libro di filastrocche preferito è arrivato alla mia Letizia, anche se parzialmente disintegrato, a suo tempo, dalla zia :-)! Di questi libretti della nostra infanzia vado a caccia nei mercatini dell'usato, hanno il valore impagabile dei ricordi!

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  2. ... Grazie del bellissimo post e di tutte le immagini!
    E grazie anche per l'appello ai lettori del tuo blog, che confermo anche da parte mia: sto facendo, per la mia tesi, una ricerca su questa collana... se qualcuno avesse qualche altro ricordo da condividere, anche qualche aneddoto che coinvolga questi meravigliosi libricini, un pensiero su cosa hanno lasciato nei vostri ricordi e nella vostra vita... ne sarei felicissima!

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  3. ma che meraviglia di libri! mi incuriosiscono molto queste copertine.

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  4. Che meraviglia, anche io sono cresciuta con questa splendida collana di libri! I miei preferiti erano "Il piccolo Marroncini" e "Voglio comprare una tazza gialla con un'ochetta blu"! Non e' che per caso sai dove si possano comprare oggi?

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    1. anche a me piacciono molto i due che citi, e anche ai miei bambini, devo dire. Non saprei dove trovarli, io li cerco nelle bancarelle dei libri usati o sul web, ma anche la mia biblioteca ne ha ancora in una teca esclusa dal prestito(anche se non so se si rendano conto del tesoro che custodiscono! ;) )

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  5. Mi hai riaperto un mondo! Mia madre li prendeva in biblioteca per mio fratello e me. Di quella collana, il mio preferito era 'nochenò' di Nico Orengo. Dato che non volevo mai pranzare né cenare mia madre mi affiancò quel libro. C'era un veliero nel piatto di minestra ed una bambina/o non voleva mangiare rischiando di far affondare il veliero. Magari li potessi ritrovare! Grazie per i ricordi riaffiorati. Lucia

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    1. Nochenò non lo conosco proprio!!!! io ne sto recuperando qualcuno di tanto in tanto, quando non li trovo troppo costosi in rete. Mi piacciono soprattutto quelli che non sono mai stati ristampati, così li possiamo custodire noi che tanto li abbiamo amati (e li amiamo)!! Ciao, omonima e auguri di buon onomastico in ritardo! (blogger non mi aveva segnalato il commento, scusa)

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