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domenica 29 gennaio 2017

Mio figlio, il calcio e la geografia



Il Cic è ora un bimbo di 6 anni e mezzo, di altezza media ma assai sottile; una zazzeretta bionda sempre ritta sul capo, i vivaci occhioni azzurri dalle lunghe ciglia scure, l'incarnato pallido, quasi trasparente sulle palpebre che non si chiudono mai del tutto quando dorme profondamente. 

Il Cic ha il cuore tenero -indossare un maglione morbido e peloso è un ottimo stratagemma per essere accolti da un abbraccio entusiasta- ma spesso fa il duro e gli viene, a volte, di tifare per i "cattivi". Le mie amiche psicologhe dicono che è perché sta cercando di differenziarsi dal suo fratello maggiore, che si è ormai accaparrato il ruolo del "buono" di casa. 
E' anche molto autonomo e determinato: farebbe qualsiasi cosa pur di non mostrare un segno di cedimento o di debolezza. Piuttosto rinuncia in partenza.



 A settembre il piccolo di famiglia ha cominciato il primo anno di scuola primaria ed è molto incuriosito dal mondo, per come gli appare attraverso il confronto coi compagni: gli idoli del calcio con i loro tatuaggi, le mode dei piercing, le collezioni di figurine, i racconti di epiche partite ai videogiochi.

Gli arrivano anche  gli stimoli del percorso scolastico standard: una bella classe, anche se numerosa, e un clima sereno, dicono le maestre; è contento che ci siano bambini da tutto il mondo. 
Però mi sembra che faccia i compiti e segua le lezioni per pura dedizione e poco entusiasmo, alla fin fine.


Intanto, quando è a casa tranquillo, il mio ragazzino continua a portare avanti passioni e percorsi di conoscenza tutti suoi, che ha intrapreso anni fa.

La geografia, ad esempio, e le bandiere.

Fin da piccolissimo gli è piaciuto ricostruire il meraviglioso planisfero puzzle magnetico che è appeso in salotto e associare alle combinazioni di linee e colori delle bandiere i nomi degli stati. Noi adulti dovevamo replicare lo schema dei campi delle bandiere con semplici linee a matita e lui si divertiva a riempirli coi colori giusti, per poi passare a disegnarsi le bandiere da solo.


Il primo giorno di scuola si è fatto forza portandosi dietro "Gli stati extraeuropei", volume che ha quasi consumato a furia di guardare le figure, prima, e di leggere, poi.

 Copertina Gli Stati Extraeuropei

Ora alla geografia si è collegato il calcio, le capitali, i nomi e i simboli delle squadre, l'origine dei giocatori. Più sono diversi e meglio è. E' stato il momento di dotarlo di una confezione di matite colorate per rappresentare i diversi colori dei popoli, assai gradita.


Grazie al calcio la sua produzione di disegni sta vivendo un periodo florido.



Dopo una fase di blocco, con ripetizioni di copie di illustrazioni di cataloghi lego (e una breve fase "cavalieri medievali" e "pirati", che ogni tanto ritorna) sta emergendo soprattutto la scoperta della necessità di rendere il movimento nel rappresentare i nuovi eroi, i calciatori.

Ci si è avvicinato un po' alla volta: inizialmente ci chiedeva di stampargli disegni da colorare già disponibili online, con il giocatore di una squadra nazionale e la bandiera corrispondente.



 

Poi ha cominciato a copiare i preferiti dalle preziose carte collezionabili.
Santa Lucia ha colto il suo lato analitico e gli ha portato in dono il ricchissimo libro "1000 squadre di calcio", altra fonte di regolare consultazione.

E finalmente è stato pronto per le reinterpretazioni personali.
Allora si è messo a studiare i modelli del libro "Punto, Punto, Virgola, Linea" ed a sperimentare  varie tecniche decorative.



calciatore tatuato!


entusiasmo dei tifosi

non so che squadra sia Oroli, però mi sembran tutti gentili

festeggiamenti

rovesciata

(quando il movimento non è perfetto, si deve correggere e nel caso sbianchettare)

Il problema è che noi genitori non siamo tifosi di calcio e quindi il Cic probabilmente non ha mai visto un'intera partita. Ma credo lo spettacolo e l'agonismo lo affascini alquanto.

La lettura accompagna la sua nuova passione. 
Così nasce il suo primo fumetto calcistico, "Una vita da calciatore", a mio avviso ispirato al libro "La partita di pallone" di Colin McNaughton (consigliatissimo).

https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjLNPZvpDaHekimaBZnJ9m-NNzDkTvSn6mVl_bKJJtczZ3nE6Jy0vyvRWVxX7VlR3pe2xJxHsND-P1Lw5Bp7pvVFSrEcLYxKrWB97bpLI0T4OcSFpvl80rh_cqgypBWpHg-LcaY97jcvlM/s1600/La+partita+di+pallone+Colin+McNaughton+Un+libro+in+tasca+1982.jpg






Ma io devo solo stare a guardare!

Il Cic mi ha fatto presto capire che non (vuole) condivide(re) la passione dei "lavoretti" con me, vuole fare da sé.

Però ultimamente qualche dritta sui materiali da usare me la chiede:

- gli presto la light box perché vuole imparare a scrivere in corsivo tracopiando l'alfabeto


 - ruba i fogli "magici" di suo fratello per far pratica calligrafica con l'acqua (bellissimiii) e disegnare i kanji.



- mi invita a giocare a "Scarabeo" a modo suo, inventando parole solo con le letterine che gli stanno insegnato a scuola, a partire dalla più recente.



- gli posso insegnare a incollare i brillantini e a scavare negli strati sovrapposti di pastelli a cera per fare emergere figure colorate.




Da gennaio è finalmente anche riuscito a convincermi a iscriverlo ad una scuola di calcio per bimbi della sua età: ha raccolto tutto il suo coraggio e si è messo ancora una volta in gioco.


Stare accanto al Cic mentre continua a crescere, fargli da guida, godere dei suoi slanci di dolcezza e tentare di smussare i suoi impeti di cocciutaggine, è un'impresa delicata che mi lascia spesso esausta e al contempo piena di ammirazione.

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